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15.03.2023
Time icon 7 min

Il tuo bambino non dorme? Consigli utili per genitori stanchi

Indice dei contenuti

Un bambino che dorme tutta la notte è il sogno di tutti i genitori. Sogno che rimane spesso irrealizzzato, perché far addormentare i bambini diventa un processo lungo e frustrante e il sonno agitato nei bambini è molto comune. Capita di metterci anche 40 minuti a far addormentare tuo figlio e, dopo due ore, ti senti chiamare e …tutto ricomincia.

E allora parliamo di sonno, di bambini che non dormono e di risvegli notturni dei bambini. Anche perché il 17 marzo si celebra la Giornata mondiale del sonno, una giornata istituita dalla World Sleep Society per parlare dell’importanza del sonno. Il tema di quest’anno è: “il sonno è essenziale per la salute di adulti e bambini”. Come l’alimentazione sana e l’esercizio fisico, anche il sonno è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale. Ma forse ne siamo meno consapevoli. 

Bambini che non dormono: cosa fare?

Diciamo subito che non esistono soluzioni abitudini giuste o sbagliate per aiutare i bambini che non dormono. Le soluzioni cambiano da bambino a bambino e da famiglia a famiglia e si modificano con l’età. I bambini sono tutti diversi, hanno intelligenze, emotività, bisogni diversi. Un po’ come succede per l’apprendimento delle lingue: non esiste l‘insegnante madrelingua inglese perfetto o il metodo perfetto. Per questo i nostri corsi di inglese per bambini sono personalizzati e propongono attività adatte ai diversi stili cognitivi e di apprendimento.

Così, anche per il sonno, ogni bambino ha i suoi bisogni, i suoi tempi per imparare a dormire da solo e le sue preferenze: ci sono bambini e genitori che amano dormire abbracciati, mentre altri hanno bisogno di spazio. La scelta giusta su come e dove dormire – che sia nel lettino o nel lettone, con un libro o una ninna nanna, senza contatto fisico o stretti in un abbraccio – è quella che fa dormire bene tutta la famiglia.

Ci sono, però, delle buone regole generali da seguire per aiutare i bambini che non dormono (puoi leggerle nell’immagine qui sotto). Per esempio, creare un ambiente che favorisca il sonno grazie a luci basse e silenzio o una routine che aiuti bambini e bambine a sentirsi sicuri e potersi abbandonare al sonno. Ci sono anche alcuni errori da evitare. 

Come dormono i bambini: una ricerca italiana

Come dormono i bambini in Italia? Una ricerca delle società di pediatri SIPPS e SICUPP (‘Ci piace sognare’, 2016) ha studiato le abitudini in fatto di sonno di oltre 2000 bambini tra 1 e 14 anni in tutta Italia. 

I risultati fanno emergere due errori molto diffusi in fatto di bambini che non dormono e sonno agitato dei bambini. 

Il primo errore: usare TV, tablet, pc o videogiochi per addormentarsi o subito prima di andare a letto. Secondo lo studio, il 65% dei bambini tra i 3 ed i 4 anni utilizza la TV o video per dormire e la percentuale sale al 79% tra 10 e 13 anni. Pessima abitudine, perché le ricerche hanno provato che guardare un video prima di addormentarsi non è un modo per aiutare i bambini che non dormono, e anzi questa abitudine porta a una minore durata del sonno. 

Altra cattiva abitudine è quella di bere un succo di frutta o latte prima di addormentarsi. Anche in questo caso, bere prima di dormire porta a una durata del sonno minore. E anche in questo caso, la cattiva abitudine sembra essere un modo molto diffuso per risolvere la fatica ad addormentarsi nei bambini: circa il 27% dei bambini beve latte o succo di frutta prima di andare a letto. 

Il 39% dei bambini e delle bambine tra 1 e 2 che hanno partecipato alla ricerca si addormenta nel lettone dei genitori. La percentuale si riduce per i bambini più grandi, ma rimane ancora al 20% tra i 7 e i 9 anni. Questa però, come abbiamo detto, non è necessariamente una cattiva abitudine. 

Quanto devono dormire bambini e bambine?

Secondo la National Sleep Foundation (NSF), la durata ottimale del sonno per bambini e ragazzi dovrebbe essere quella indicata nell’immagine qui sotto. 

Parliamo di 11-14 ore per i piccoli tra 1 e 3 anni, che scendono a 10 -13 tra 3 e 5 anni, e a 9-11 ore per ragazzi e ragazze tra 6 e 13 anni.

In questa immagine, il colore blu rappresenta la durata ottimale del sonno per ogni età, il celeste è ancora una durata appropriata, mentre le fasce arancioni indicano troppe (o troppo poche) ore di sonno. Abituarsi ad andare a letto presto, è una delle buone abitudini da insegnare ai bambini.

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Fatica ad addormentarsi nei bambini: da che dipende?

Cosa vogliamo dire esattamente quando diciamo che un bambino non dorme? I problemi del sonno nei bambini sono legati a due momenti: la fatica ad addormentarsi e il sonno agitato da risvegli frequenti o veri e propri disturbi del sonno (parasonnie), di cui parliamo sotto. 

Vediamo per prima la fatica ad addormentarsi nei bambini. Hai presente quando devi cullare tuo figlio o tua figlia o cantare una ninnananna per un tempo che sembra infinito? Si parla di problema di addorme

La psicologa Olga Shemyatovskaya – neurologa per bambini e adulti, responsabile medico di neurologia, psicologia e psichiatria per la rete di cliniche DocDeti – spiega che questa difficoltà può dipendere da diversi fattori: 

  • Il bambino non è abbastanza stanco, perché magari non ha fatto abbastanza attività fisica o è stato sveglio troppo poco e non ha ancora sonno. 
  • Il bambino è troppo stanco: troppa stanchezza può rendere difficile addormentarsi. 
  • Sovraeccitazione: troppe emozioni durante la giornata, positive (si è divertito molto) o negative (qualcosa lo ha spaventato). 
  • Fastidio fisico come mal di pancia, prurito, difficoltà a respirare dovuta al raffreddore.
  • Non viene rispettata la routine di addormentamento: per esempio il bambino è abituato al seno, oppure alla mano del genitore e queste non ci sono.

In ogni caso, è importante capire a cosa è dovuta la difficoltà ad addormentarsi nei bambini per poter intervenire nel modo migliore. 

Cosa fare se il bambino fatica ad addormentarsi?

Per aiutare il bambino che non dorme o che fatica ad addormentarsi, è importante stabilire una routine quotidiana. Non solo una routine legata all’addormentamento, ma più in generale una routine che strutturi la sua giornata in modo regolare. La routine genera sicurezza nei bambini e la sicurezza aiuta i bambini a lasciarsi andare al sonno senza paure. Addormentarsi significa separarsi dai genitori ed è qualcosa che i bambini apprendono gradualmente, con il sostegno affettivo dei genitori

È importante che il bambino impari gradualmente ad addormentarsi da solo, con meno aiuto da parte del genitore. Per esempio, sdraiandosi vicino a te invece che essendo cullato, oppure dormendo nel suo lettino ma mentre ti stringe la mano. 

Anche dare l’esempio aiuta: puoi dire “Adesso abbiamo sonno e andiamo a dormire”, accompagnarla a letto e metterti a dormire vicino a lei . Invece di “farla addormentare”. Man mano che cresce, lascia che partecipi alle decisioni sulla routine della messa a letto: scegliete insieme quale ninna nanna cantare, o quale libro leggere prima di dormire. 

In questo processo verso l’autonomia può succedere che a volte il bambino improvvisamente non vuole dormire da solo o vuole essere di nuovo cullato. Niente paura, non si tratta di un passo indietro. Se un bambino improvvisamente non vuole dormire da solo, forse ha delle paure legate all’età oppure sta vivendo un momento di cambiamento o di grandi emozioni. In queste fasi bambini e bambine hanno bisogno di coccole e vicinanza: se vuole dormire nel lettone o ti vuole accanto nel suo letto accontentalo, senza paura di viziarlo. 

Disturbi del sonno nei bambini: niente paura, passano da soli

Il sonno agitato nei bambini può dipendere dalle emozioni o dal periodo di cambiamento che stanno vivendo. Esistono, però, anche dei particolari disturbi del sonno nei bambini (parasonnie), che possono preoccupare i genitori. 

Parliamo di sonnambulismo, terrori notturni, risvegli confusionali o sonniloquio (parlare nel sonno). Questi disturbi del sonno nei bambini sono abbastanza comuni (soprattutto tra i 2 e i 6 anni) e generalmente scompaiono con la crescita. Ma se si verificano spesso o creano un problema al bambino o alla famiglia, meglio parlarne con il pediatra. 

I terrori notturni nei bambini possono fare impressione al genitore: il bambino si siede sul letto – continuando a dormire – piange e urla, è spaventato, a volte suda o trema. Meglio non svegliarlo, restare lì e assicurarsi che non si faccia male. Nei risvegli confusionali, il bambino sembra sveglio ma non lo è, sembra disorientato, dice cose senza senso o parla lentamente. 

Questi episodi si manifestano più spesso quando il bambino non dorme abbastanza, o se durante il giorno è successo qualcosa di stressante come un cambio della routine, aver saltato il riposino, paura o tensioni; Anche la difficoltà a respirare per le adenoidi o il setto deviato, per esempio, può causare i disturbi del sonno nei bambini. 

 

Creando una routine quotidiana e legata alla messa a letto, evitando gli errori più comuni, fornendo vicinanza e coccole a richiesta e supportando gradualmente l’autonomia, possiamo aiutare bambine e bambini che non dormono a conquistare il sonno.

E tuo figlio come dorme? Raccontacelo nei commenti.

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